Tra il 1982 e il 1986 la Fiera di Senigallia in via Calatafimi divenne luogo di aggregazione punx & creature simili milanesi che facevano banchetti abusivi di vendita di vestiti usati, chincaglierie varie, fanzine e dischi. Verso l’84, cominciò a diffondersi la pratica di fare dei minicortei spontanei – stile flash mobs – che percorrevano tutta via Torino per arrivare fino in Piazza Duomo. Questi cortei erano non-violenti (a differenza di analoghi cortei del sabato ’76-’77) ma anche combattivi e creativi con scritte spray a favore delle occupazioni.
Un aneddoto ridicolo. Una volta, in un periodo in cui gli Zulu facevano casino in Africa e li avevano fatti vedere in tv col loro bel look tribale, ci siamo messi a urlare uno slogan ritmato (refrain uguale al coro da stadio “Dove sono gli ultrà?”, oppure “Senza casa mai più”) con battitto di mani e solo la parola “Zulù!” alla fine. Una cosa senza senso urlata solo per impressionare un po’ e come scherzo. Il lunedì dopo alcuni di noi sono stati avvicinatati da un dirigente della Digos che chiedeva lumi su quel nuovo gruppo politico locale di cui non aveva mai sentito parlare (gli Zulu).
Ho controllato sulla stampa di quegli anni. Mai una volta l’aggregazione della Fiera e nemmeno questi cortei vengono nominati. Anche se come vedete dalle foto qualche disturbo al rito dello shopping veniva creato. I giornalisti preferivano riportare invece eventi insignificanti, agiti da 4 scemi, quali quello sottostante, il cui unico esito significativo fu il pretesto per la militarizzazione del Ticinese con continue retate fra i giovani (contribuendo a renderlo il quartiere penoso che è oggi). Scelte di controllo del territorio e un processo di trasformazione urbanistica che nessun giornalista si è mai preso la briga di analizzare.
MILANO, SVENTATO UNO SCONTRO TRA ‘PUNK’ E ‘PANINARI’
da “la Repubblica”, 27-05-84
Decine di ragazzi fermati dalla polizia: catene, coltelli, spranghe e bulloni frettolosamente scaricati nei cestini delle immondizie e sotto le auto in sosta. Nessuno scontro e nessun ferito, perchè gli agenti sono arrivati prima che succedesse qualcosa. Ma il segnale dice che forse a Milano si prepara un revival del “sabato caldo”. Non più, come negli anni Settanta, in chiave strettamente politica: da una parte, oggi, ci sono i punk, e dall’ altra i “figli di papà”, i “paninari” che affollano i locali all’ americana. Il primo allarme è arrivato da una telefonata anonima al 113. In piazza San Babila, roccaforte negli anni Settanta dei fascisti e ora luogo di incontro dei “paninari”, c’ era un po’ di movimento. Una quarantina di ragazzi davanti al Burghy. Quando la polizia è arrivata i ragazzi erano tutti lì, e tutti “puliti”. L’ armamentario da battaglia urbana era sparso all’ intorno. Più o meno negli stessi minuti altre pattuglie di polizia provvedevano a imbarcare un’ ottantina di punk che s’ erano radunati a Porta Ticinese. Non avevano armi.
Qui le foto (credo 1985) che ho scattato durante uno dei quei sabati:






